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Chi è Beatrice Ion l’aggressione razziale alla sportiva paralimpica

Chi è Beatrice Ion l'aggressione razziale alla sportiva paralimpicaChi è Beatrice Ion l’aggressione razziale alla sportiva paralimpica. La bravissima atleta paralimpica Beatrice Ion è stata oggetto di un’aggressione razzista nel luglio 2020. Ma come sono andate le cose? Chi è Beatrice Ion?

Chi è Beatrice Ion l’aggressione razziale alla sportiva paralimpica

L’aggressione a sfondo razzista è avvenuta ad Ardea, a Roma. L’atleta paralimpica è stata colpita mentre si trovava con il padre di fronte la sua abitazione: i due sono stati prima insultati e poi aggrediti fisicamente. Il padre di Beatrice Ion è stato portato in ospedale a causa delle ferite riportate sul volto e li si è sfogato. “Non dite che in Italia in razzismo non esiste”.

Chi è Beatrice Ion età e lo sport

Beatrice Ion, atleta della nazionale di basket in carrozzina ha 22 anni e ha origini rumene.

Chi è Beatrice Ion e chi è stato ad aggredirla

Secondo quanto hanno riportato i media più informati Beatrice Ion sarebbe stata aggredita, insieme al padre, da un uomo corpulento, che dopo essersi introdotto nel loro giardino li ha aggrediti.

Le parole del padre di Beatrice Ion:

“Non dite che il razzismo in Italia non esiste perché io l’ho vissuto oggi dopo 16 anni che vivo qui e fa male. A voi che ci avete aggrediti, vergognatevi saremo anche stranieri ma abbiamo più dignità di voi, e voi che avete guardato il tutto senza alzare un dito vi dovreste vergognare più di loro”.

Chi è Beatrice Ion e il comunicato della Polisportiva Amicacci

“L’Amicacci Giulianova esprime tutta la propria indignazione e rabbia per il vile atto di razzismo di cui è stata vittima la propria atleta Beatrice Ion, aggredita nella giornata di ieri insieme a suo padre a Roma. Beatrice, che vive in Italia da 16 anni ed è nazionale azzurra, ha subito offese a sfondo razziale e discriminatorio mentre il padre è finito in ospedale per un colpo allo zigomo.”

“La società si unisce alla denuncia del vergognoso episodio e auspica che i colpevoli vengano presto individuati e assicurati alla giustizia. La lotta al razzismo resta al centro dei valori dell’Amicacci, da sempre impegnata per abbattere ogni forma di discriminazione. A Bea, da due anni in Abruzzo dove frequenta anche l’Università di Teramo, un abbraccio da tutta la famiglia Amicacci.”Ufficio Stampa Polisportiva Amicacci

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