
Riccardo Magi è un politico italiano nato a Roma il 7 agosto 1976. Laureato in scienze storiche presso l’Università “La Sapienza” di Roma con una tesi in storia dell’Europa, ha iniziato la sua attività politica come segretario dell’Associazione Radicali Roma dal 2009 al 2013 e successivamente è stato segretario nazionale dei Radicali Italiani dal 2015 al 2018.
Dal 23 marzo 2018 è deputato della Repubblica Italiana, eletto con il partito +Europa nel collegio uninominale Lazio 1 – 10 (Roma-Gianicolense), sostenuto dalla coalizione di centro-sinistra. Nel corso della sua attività parlamentare è stato membro della Commissione Affari Costituzionali e della Commissione Parlamentare di Inchiesta sulla morte di Giulio Regeni. È stato anche presidente di +Europa dal luglio 2021 al febbraio 2023, quando è diventato segretario del partito.
Tra le sue iniziative politiche più rilevanti, Riccardo Magi è stato promotore del referendum per la legalizzazione della cannabis, per il quale sono state raccolte oltre 630.000 firme in meno di un mese, sfruttando per la prima volta in Italia la possibilità di raccolta firme digitale tramite SPID, introdotta grazie a un suo emendamento. Ha inoltre sostenuto il referendum consultivo per mettere a gara il servizio di trasporto pubblico locale di Roma Capitale e si è opposto al referendum costituzionale sulla riduzione del numero dei parlamentari.
In sintesi, Riccardo Magi è una figura di spicco della politica italiana, impegnato soprattutto su temi di diritti civili, riforme costituzionali, legalizzazione della cannabis, laicità dello Stato e mobilità sostenibile.
Riccardo Magi vestito da fantasma alla Camera dei deputati
E’ accaduto il 14 maggio 2025.

Riccardo Magi, deputato di +Europa, si è presentato vestito da fantasma durante il question time alla Camera dei Deputati, con la scritta “referendum” sul costume. La sua protesta mirava a denunciare la mancata informazione fornita dalla Rai sui referendum e gli inviti della maggioranza e del governo a non recarsi a votare nelle giornate dell’8 e 9 giugno. Magi ha voluto così evidenziare il silenzio e il boicottaggio mediatico nei confronti dei referendum, sottolineando che il suo gruppo non ha potuto rivolgere direttamente un’interrogazione alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a causa di vincoli regolamentari interni al gruppo Misto. Dopo essersi avvicinato ai banchi del governo, è stato fermato dagli assistenti parlamentari e portato fuori dall’aula, mentre il presidente della Camera Lorenzo Fontana lo espelleva. Durante l’espulsione, Magi ha urlato a Meloni un richiamo al passato, ricordando quando lei stessa accusava i governi di silenziare i referendum.