Totò Schillaci è morto all’età di 59 anni il 18 settembre 2024, dopo aver combattuto contro un carcinoma al colon diagnosticato circa 14 mesi prima della sua morte. La malattia si era manifestata in forma aggressiva, portandolo a subire due interventi chirurgici e successivi ricoveri.
Schillaci era sposato con Barbara Lombardo, con cui ha partecipato a reality show come Pechino Express. Ha avuto tre figli: Mattia e Jessica, nati dal primo matrimonio con Rita Bonaccorso, e Nicole, nata da una relazione successiva con Prisca.
Condizioni di Salute
Negli ultimi giorni della sua vita, Schillaci era ricoverato all’ospedale Civico di Palermo. La sua famiglia ha comunicato che le sue condizioni erano stabili nonostante il peggioramento della malattia.
La sua storia è stata segnata da momenti di grande difficoltà personale e professionale, ma anche da una resilienza che ha ispirato molti.
L’origine siciliana di Totò Schillaci ha avuto un impatto significativo sulla sua carriera da calciatore, influenzando sia il suo stile di gioco che la sua personalità pubblica.
Schillaci è nato e cresciuto a Palermo, in un contesto socio-culturale che ha contribuito a formare il suo carattere e la sua determinazione. La Sicilia, con la sua ricca tradizione calcistica e il forte senso di identità regionale, ha alimentato la sua passione per il calcio fin dalla giovane età. Iniziò a giocare nelle giovanili dell’AMAT Palermo, una squadra di quartiere, dove sviluppò le sue abilità in un ambiente che promuoveva il talento locale.
La sua carriera professionale è decollata quando si trasferì al Messina, dove sotto la guida di Zdeněk Zeman, sviluppò un gioco caratterizzato da grinta e determinazione. Schillaci ha descritto i suoi anni a Messina come formativi, evidenziando l’importanza degli allenatori che lo hanno disciplinato e motivato. Questo background siciliano ha contribuito a forgiare il suo approccio aggressivo e tenace in campo, qualità che lo hanno reso un attaccante temuto.
Schillaci è diventato un simbolo non solo per il calcio italiano ma anche per la Sicilia. Le sue prestazioni ai Mondiali del 1990, dove divenne capocannoniere e figura chiave della nazionale italiana, hanno elevato il profilo della regione nel contesto sportivo nazionale. La sua storia di successo ha ispirato molti giovani calciatori siciliani a perseguire i propri sogni nel calcio.
Inoltre, Schillaci ha sempre mostrato un forte attaccamento alle sue radici siciliane, partecipando attivamente alla vita sociale e sportiva della sua città anche dopo il ritiro. Ha gestito una scuola calcio a Palermo e si è impegnato in iniziative locali, contribuendo così a mantenere viva la passione per il calcio nella sua comunità
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