Artemisia Lomi Gentileschi na a Roma l’ 8 luglio 1593 e morta a Napoli il 31 gennaio 1654) è stata una pittrice italiana di scuola caravaggesca. E’ lei la protagonista del Doodle di Google della giornata dell’8 luglio 2020. Chi è Artemisia Gentileschi?
Primogenita del pittore Orazio Gentileschi e di Prudenzia Montone, Artemisia dimostra un precoce e spiccato talento pittorico che matura nello studio del padre, già esponente di primo piano del caravaggismo romano. Nella importante bottega di Orazio lavorano, con Artemisia e altri pittori, anche i suoi sei fratelli.
Violentata dal suo maestro di prospettiva, Artemisia va a processo. Il violentatore dal processo, però, esce senza macchia mentre la povera Artemisia e la sua famiglia vengono subito sottoposti a giudizi morali di ogni tipo.
Dopo il processo Artemisia fugge a Firenze dove si sposa ha un figlio e viene accolta all’Accademia delle arti del disegno: è la prima donna a ottenere questo prestigioso riconoscimento.
“Ottiene importanti commissioni dalle famiglie fiorentine (Medici compresi) e stringe amicizia con Galileo Galilei che nutre per lei grande stima, e con Michelangelo Buonarroti”, scrive il sito enciclopediadelledonne.it
«A tutt’oggi abbiamo un quadro ancora incompleto della sua cerchia artistica e la speranza è che in futuro affiorino altri documenti in grado di illuminare ulteriormente questo lato del suo periodo romano. Dalla recente scoperta delle lettere di Artemisia fatta da Francesco Solinas emerge che era un’attiva corrispondente e l’augurio è che possono venire alla luce altri tesori d’archivio analoghi».
Ecco alcuni suoi dipinti:
Susanna e i vecchioni, collezione Graf von Schönborn, Pommersfelden, 1610;
Madonna col Bambino, Galleria Spada, Roma, 1610-1611;
Giuditta che decapita Oloferne, Museo nazionale di Capodimonte, Napoli, 1612-1613;
Giuditta e la fantesca con la testa di Oloferne, Museo de la Castre, Cannes, fra il 1645 e il 1650;
Danae, Saint Louis Art Museum, St. Louis, (Missouri), circa 1612;
Minerva, Sopraintendenza alle Gallerie, Firenze, circa 1615;
Autoritratto come martire, collezione privata, circa 1615;
Allegoria dell’Inclinazione, Casa Buonarroti, Firenze, 1615-1616;
Maddalena penitente, collezione privata, circa 1615-16;
Conversione della Maddalena, Galleria Palatina, Palazzo Pitti, Firenze, 1615-1616;
Autoritratto come suonatrice di liuto, Curtis Galleries, Minneapolis, circa 1615-1617;
Giuditta con la sua ancella, Galleria Palatina, Palazzo Pitti, Firenze, 1618-1619;
Santa Caterina di Alessandria, Galleria degli Uffizi, Firenze, circa 1618-1619;
Giaele e Sisara, Szépművészeti Múzeum, Budapest, 1620;
Cleopatra, collezione della Fondazione Cavallini-Sgarbi, Ferrara, circa 1620;
Allegoria della Pittura, Musée de Tessé, Le Mans, 1620-1630;
Giuditta che decapita Oloferne, Galleria degli Uffizi, Firenze, circa 1620;
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